Descrizione
Dalla presentazione di Flavia Piccoli Nardelli:
«Ha fatto il suo tempo»: nel linguaggio comune questa sentenza esprime fondamentalmente un giudizio negativo, ad indicare che la persona o l’istituzione hanno svolto definitivamente la loro funzione storica e oramai non servono più.
Per il vero, il giudizio non è esclusivo di per sé, di un implicito o esplicito apprezzamento per quello che la persona o l’istituzione hanno rappresentato, prima di essere superati, quando addirittura – ma è il significato più raro – non si voglia intendere che hanno espresso lo “spirito del tempo” e in qualche modo lo hanno determinato.
Scorrendo le pagine scritte da Pietro Panzarino incentrate sull’ultima fase – e dunque la meno felice – della D.C., entrambi i significati paiono plausibili ad una lettura non pregiudiziale.
Dall’ intervista a Gennaro Acquaviva:
Craxi dall’altare alla polvere, il giudizio suo e secondo la riflessione della Fondazione Socialismo…
Rimane infine il quesito sul dilemma, che fu proprio della personalità di Craxi, circa i tempi prescelti dal leader dei socialisti per giocare la sua personale partita finale con il potere, almeno quello allora visibile, stabilito ed insediato.
Le date canoniche sono quelle del 1987, di cui abbiamo già parlato, allorché Craxi consentì alla DC di finire la Legislatura segnata dalla sua presidenza con un governo democristiano, presieduto da Fanfani e che indubbiamente lo penalizzò elettoralmente.
L’altra è quella del 1991, quando la quasi inevitabile convocazione dei comizi elettorali avrebbe aggravato la crisi comunista, ma anche probabilmente preso in contropiede la slavina, che già si stava approntando, e forse riuscendo anche a governarla rispetto alla stessa crisi finale del 1992.
Dall’intervista a Vincenzo Scotti:
La fine della DC…
Il declino della prima repubblica ha le sue radici proprio nei vuoti politici di quegli anni, con la necessità che la deriva populista avrebbe avuto di dover “ridicolizzare” le inefficienze, i riti e le corruzioni della politica, trasformando le colpe delle persone in colpe strutturali delle istituzioni Parlamentari, di Governo e, soprattutto partitiche.
Non solo i nuovi movimenti che cominciarono a farsi strada, ma gli stessi partiti storici iniziarono una rincorsa verso la critica corrosiva alle istituzioni, con la demagogia delle magie e delle promesse…
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