Arriva in libreria in questi giorni Pèdo ‘l tacón de ‘l bus, l’ultima fatica di Fulcio Bortot, autore appartenente alla generazione dell’immediato dopoguerra e da sempre legato alla sua terra natale, Belluno, dove la famiglia ha vissuto fin dal 1500.
È proprio questo attaccamento alla sua provincia e alle genti che la popolano a spingere Fulcio in quest’avventura tanto affascinante quanto complessa: una raccolta di proverbi, modi di dire e soprannomi tramandati per secoli lungo le sponde del fiume Piave.
La raccolta è iniziata una sessantina d’anni fa, quando il piccolo Fulcio, incantato dagli insegnamenti – rigorosamente in vernacolo bellunese – del nonno Giovanni Battista, ha cominciato a maturare dentro di sé un forte interesse verso quella lingua e quella tradizione che sembravano iniziare a perdersi in un mare di neologismi e novità culturali.
Studi e approfondimenti avevano dimostrato che fin dall’antichità i popoli stanziati lungo le rive dei grandi fiumi erano legati da un filo conduttore rappresentato proprio da proverbi, modi di dire e precetti morali; sulla scia di questa consapevolezza l’autore di Pedo ‘l tacón de ‘l bus ha allora avviato una ricerca sul campo, raccogliendo in maniera capillare da Sappada, dove si trovano le sorgenti del Piave, a Jesolo, in corrispondenza della foce, ogni affermazione caratteristica, ogni esclamazione, ogni soprannome che fossero utili alla causa. Ad aiutarlo amici, familiari e perfetti sconosciuti: “Coinvolsi panifici, osterie, biblioteche, luoghi ove la presenza o il passaggio giornaliero di ogni componente familiare è garantito da sempre, lasciando a disposizione volantini esplicitanti lo scopo della mia ricerca”, afferma. Il riscontro, rapido e notevole ha portato alla luce una raccolta di 1332 proverbi e oltre 200 soprannomi, ora fruibili attraverso questo volume pubblicato da De Bastiani Editore, nel quale sono accompagnati da un’accurata traduzione e spiegazione elaborate dall’autore stesso.
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