Henri de Régnier (1864-1936)
Proveniente da un’antica famiglia aristocratica di Honfleur, in Normandia, Henri de Régnier, studiò legge con l’idea di entrare nella diplomazia, ma alla fine preferì dedicarsi alle lettere e nel 1885 iniziò a pubblicare versi su alcune riviste simboliste.
Grande estimatore di Mallarmé, in gioventù frequentò regolarmente i suoi ‘martedì’, dove conobbe altri scrittori famosi dell’epoca. Tra le sue principali influenze vi fu José Maria de Hérédia, di cui, nel 1896, sposò la seconda figlia, Marie, anch’essa scrittrice sotto lo pseudonimo di Gérard d’Houville. La donna, anticonformista e fuori dagli schemi, amava condurre una vita moderna e libertina, che causò frequenti tradimenti nella coppia: proprio da uno di questi, quello con Pierre Louÿs, nacque il figlio Pierre, che Henri de Régnier riconobbe come figlio proprio.
De Régnier riuscì a raggiungere il successo letterario dapprima con l’attività poetica, associando classicismo e libertà formali, poi come romanziere e critico letterario (scrisse, tra gli altri, per Le Figaro). Nel 1911 fu anche eletto all’Accademia di Francia.
Tra le sue opere più celebri ricordiamo Poèmes anciens et romanesques, Tel qu’en songe, Aréthuse, Les Jeux rustiques et divins, La Canne de jaspe, Les Esquisses vénitiennes, e Le Voyage d’amour ou l’initiation vénitienne. Le ultime tre, in particolare, sono dedicate a Venezia, città di cui era profondamente innamorato.
Morì a Parigi nel 1936.