Descrizione

Da due anni e più scrivo quotidianamente un epigramma in forma di haiku: la forma breve adottata – tre soli versi – mi consente di esprimere in modo essenziale gli stati d’animo suscitati in me dagli avvenimenti che segnano la realtà in cui viviamo. Nel piccolo testo cerco di condensare un concetto, un punto di vista e di farmi una ragione di ciò che accade. Lo trovo utile, vorrei dire indispensabile, soprattutto in relazione ai molti fatti intollerabili che continuano a verificarsi sotto i nostri occhi. È vero che la realtà è sempre stata un mélange di tragedia e commedia, ma ho come l’impressione che l’equilibrio tra i due elementi si sia spezzato.
Gli haiku composti nel 2023 sono stati raccolti e consegnati a un libricino, uscito lo scorso anno con il titolo Dal primo all’ultimo. Grazie alla comprensione dell’editore, ripeto ora l’operazione con questa seconda raccolta, che costituisce una specie di diario dell’anno che abbiamo appena lasciato alle spalle. Un anno che può aver ingenerato l’idea che nulla possa cambiare e, in particolare, cambiare in meglio: le guerre sono ancora in corso e il tasso di crudeltà umana non è sceso. Questo, almeno, rivelano le fonti d’informazione – giornali, TV e social – a cui attingo, senza naturalmente concedere loro un credito illimitato.
Come si vedrà, ho mantenuto la scelta di comporre l’haiku domenicale in romanesco, immaginando che a parlare sia l’attuale Presidente del Consiglio. Anche in questo modo ho cercato di contrassegnare la stagione politica che stiamo vivendo, che è anche una stagione linguistica. In merito alla grafia del romanesco, mi sono attenuto a indicazioni manualistiche, ma vedo che non c’è unanimità nemmeno fra gli esperti. In ogni caso, mi scuso di eventuali sviste o peccati di ortografia.
Gli haiku, legati come sono a fatti contingenti, abbisognavano di titoli e noterelle esplicative, che ho inserito in buon numero. È anche vero che alcuni, avulsi dal contesto in cui sono nati, se smarriscono un po’ del loro significato originario, forse ne acquistano uno più generale.